Per effetto della crisi, la maggior parte dei Retailers ha attivato come misura la contrazione dell’attività di sviluppo per concentrarsi ad aumentare la capacità produttiva della catena. È questa l’EXIT STRATEGY?

martedì 24 novembre 2009

RECOSYS NL[A1]08

RECOSYS NL[A1]08

START-UP DI UNA NUOVA CATENA DI NEGOZI: DALL’IDEA ALLA SUA DECLINAZIONE SUL TERRITORIO

Un percorso, firmato RECOSYS, di accompagnamento ai retailers in tutte le fasi di start-up di una nuova catena o di acquisizione di una catena di pdv esistenti. Dal Posizionamento attuale e futuro del brand/insegna all’individuazione delle potenzialità di Sviluppo ed espansione della nuova catena nel suo mercato.

giovedì 12 novembre 2009

RECOSYS su MARK UP di Novembre 09


A novembre Natale Mainieri mette sotto esame il DISCOUNT, osservando, in questo primo articolo, il comportamento del consumatore tipico di questa formula.
Mentre a gennaio uscirà la seconda parte dell'articolo che analizzerà invece in profondità il discount dal punto di vista delle insegne.
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IL DISCOUNT MESSO SOTTO ESAME VIENE PROMOSSO DAI SUOI CLIENTI.
La tipologia commerciale è utilizzata dal 25% dei consumatori italiani responsabili d’acquisto.
N.183 - Novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

LE GALLERIE IKEA ARRIVANO ANCHE IN ITALIA

Si legge sull'ultimo Mark Up che il gruppo svedese promuoverà anche in Italia la sua filosofia in materia di centri commerciali, già sviluppata all'estero attraverso IKEA Centre Group che gestisce 22 shopping center in 7 paesi e sta curando la progettazione e la realizzazione di altri 12.
Il nuovo punto vendita di Villesse-Trieste (27.900 mq di vendita) costituirà il modello, nonchè la base di partenza, di quello che fra due anni diventerà il primo shopping center italiano gestito da Ikea.
... Dal sito del Centre Group si capisce che il negozio IKEA sarà l'unica àncora presente e sarà in grado di richiamare gli shoppers da lontano (anche un'ora di distanza). Tutti i centri risultano essere attenti alla famiglia e presentano un mix di retailers/insegne accuratamente ed appositamente selezionati.
L'obiettivo è quello di creare una chiara identità collettiva che incorpori tutti i negozi sotto un'unica icona - la sorridente Shopping Bag.
La società che si occupa della gestione sta anche studiando dei modi innovativi per comunicare attraverso eventi, campagne, on-line oltre che mezzi di comunicazione tradizionali. In più, mantiene in costante osservazione il "cliente" attraverso indagini annuali per misurare il proprio successo, e poter continuare a crescere.

venerdì 6 novembre 2009

L’UOMO CHE SCAMBIO’ LA SUA CASA CON UN TULIPANO - di F. TRIAS DE BES

Novità in libreria ...
Dalle crisi di ieri alla prossima bolla finanziaria: come evitare di cascarci di nuovo
Un buon affare scambiare la propria casa con un tulipano, come accadeva nell’Olanda del ’600?Che cos’hanno in comune la bolla dei mari del Sud di inizio ’700 e quella del Giappone degli anni ’90? E quale strana idea ci ha spinto in tanti, solo ieri, a investire tutti i risparmi in società delle quali si conosceva appena il nome? In definitiva, perché anche il cittadino più prudente può trasformarsi in un “pollo da spennare”, che non distingue tra il prezzo e il valore delle cose?
Il libro - Premio “Temas de Hoy 2009” in Spagna - offre una risposta a tutte queste domande raccontando e spiegando le crisi più pazze della storia e confrontandole con quelle dei giorni nostri. Con l’obiettivo – ambizioso ma molto ragionevole – di evitare la “sindrome dello stolto”, e riconoscere in tempo le bolle prossime venture (forse già in arrivo…)
Fernando Trías de Bes, studioso e innovatore di management di fama internazionale, è autore di numerosi libri tradotti in più di 30 lingue e collaboratore abituale de El País Semanal. Coautore, con Philip Kotler, del classico Marketing laterale (2003), per Etas ha pubblicato Il libro nero dell’imprenditore (2008).

giovedì 5 novembre 2009

In 3D e con le impronte digitali per fare la spesa: il supermercato compie 80 anni e diventa tecnologico

(Adnkronos) - Da Piggly Wiggly in Sud Carolina basta un dito per pagare il conto, mentre in Croazia viene lanciato il negozio virtuale: dalla loro nascita negli anni '50, i grandi magazzini ne hanno fatta di strada. Nella catena di supermercati Piggly Wiggly in Sud Carolina vige il pagamento biometrico: per saldare il conto alla cassa basta l'impronta digitale. In Croazia sta per aprire i battenti 'Trillenium', il supermarket virtuale in 3D: come in un videogame si gira tra gli scaffali con il carrello e si 'prende' quel che serve. Insomma, un bel salto in avanti rispetto ad 80 anni fa, quando comparve il primo supermercato. Negli Stati Uniti, tanto per cambiare. L'idea di offrire ai clienti la possibilità di scegliere da soli fra tanti prodotti riuniti in un unico grande negozio venne a Michael J. Cullen, che nel 1930 aprì il primo supermercato dell'era moderna nei 560 metri quadrati di un ex garage nel Queens, a New York. In realtà, qualche anno prima, nel 1916 il Piggly Wiggly Store (gli eredi sono proprio quelli del 'pay by touch') di Charles Saunders, offriva un servizio simile a quello del supermercato 'inventato' da Cullen, ma non era ancora il negozio 'rivoluzionario' che sarebbe diventato una quindicina di anni dopo. L'idea di Cullen fu subito baciata dal successo: nel 1932 Robert Otis e Roy Dawson aprirono a Elizabeth nel New Jersey 'Big Bear'. Il punto vendita aveva una superficie di 5mila metri quadrati e i prodotti alimentari erano piazzati al centro della grande sala, suddivisi in 12 reparti. Nel 1936, anno in cui morì il 'papà' del moderno supermercato, negli Stati Uniti si contavano già 1.200 di questi nuovi negozi. Quattro anni dopo sarebbero diventati più di 5mila. In Europa il supermercato arriverà, come molte altre cose, con qualche decennio di ritardo rispetto agli Stati Uniti. La Francia è tra i primi Paesi a seguire l'esempio Usa nel 1948 quando per iniziativa dell'azienda di negozi a succursale Goulet-Turpin di Reims, che diventerà poi 'Express Marchè', poi ancora Champion, per assestarsi sul nome attuale: Carrefour. Comincia il 'glorioso' trentennio del supermercato del Vecchio Continente, che vedrà un graduale e costante aumento dei punti vendita in tutti i Paesi europei. Per l'Italia lo spartiacque tra le piccole botteghe alimentari al dettaglio e l'era dei centri di vendita sempre piu' grandi è il 1957, quando a Milano apre il primo negozio della catena 'Esselunga'. Così inizia la storia dei supermercati nel nostro Paese: il supermarket, il self service, la possibilità di fare tutta la spesa in un unico luogo sono elementi di una rivoluzione culturale e di costume che caratterizza l'Italia del dopoguerra e accompagna il boom economico. I prodotti freschi imballati in speciali confezioni; un ampio assortimento a prezzi piu' moderati rispetto ai tradizionali negozi di alimentari, alle salsamenterie e drogherie; aria condizionata e musica diffusa dagli altoparlanti sono i tratti innovativi del modello americano importato in Italia come in altri Paesi. E se a metà degli anni '50 il supermarket si fa largo nelle vie centrali delle città italiane, già dagli anni Sessanta le 'location' preferite sono in periferia dove è maggiore la possibilità di realizzare strutture di dimensioni sempre maggiori con grandi parcheggi.
Che evoluzione! Complimenti.

“BLURRING THE BOUNDARIES OF COMMERCE” - La testimonianza di La Feltrinelli


STEFANO SARDO di La Feltrinelli sostiene con entusiasmo il percorso di ingresso del retail nei luoghi di viaggio (per ora hanno 7 store, numero in crescita). Racconta che per fare questo passo sono stati costretti a ridisegnare completamente il formato del loro negozio per adeguarlo al luogo e alle esigenze del nuovo target. I numeri: il solo settore travel retail vale per l’insegna 12 milioni e mezzo contro i 330 milioni del totale complessivo degli altri negozi; 8.900€. al mq, rendita più alta del 30% rispetto agli altri negozi del centro città; le dimensioni del pdv sono molto limitate e vanno dai piccoli di Fiumicino (17 mq) ai grandi di 200 mq; anche il mix di prodotti è stato studiato ad hoc con una predominanza di periodici e cartoleria/gadget e una selezione di 7.000 titoli (da 35.000 nei negozi tradizionali). Il layout, il modo di esporre, la facilità di accesso, l’offerta prodotti, sono tutti elementi che devono consentire e agevolare le decisioni veloci e l’acquisto di impulso. In questo senso hanno introdotto anche piccoli snack da asporto.

“BLURRING THE BOUNDARIES OF COMMERCE” - Esperienza Grandi Stazioni


L'intervento che ha aperto il sipario sugli scenari del Travel Retail è stato quello di STEFANO MEREU di Grandi Stazioni (gestione delle 13 maggiori stazioni italiane tra cui: Milano, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Firenze, Genova B. e Genova P., Torino, Bologna, Verona, Venezia M. e Venezia L.) che descrive il progetto di riqualificazione che dal 2009 con Torino Porta Nuova fino al 2013 Roma Termini, farà decollare le cosiddette “piazze più potenti” delle grandi città.
Nella clientela delle stazioni che gestiscono hanno riscontrato una maggiore concentrazione di passeggeri, rispetto agli aeroporti, sulla fascia elitaria della popolazione (prima dell’avvento dell’Alta Velocità che ora è in continuo sviluppo). Il numero di transiti è inoltre superiore a qualsiasi aeroporto italiano. Il tempo di attesa media è di circa 15/18 minuti di permanenza in questi luoghi. Tutte premesse del successo dell'operazione.
Dal momento della riqualifica del luogo, il tempo medio di permanenza è aumentato da 18 a 21 minuti medi. Hanno iniziato a studiare il target, fanno benchmark su casi assimilabili, operano su architettura, immagine, atmosfera, attenzione agli scenari, lavorano insomma, sul riposizionamento dell’offerta complessiva. Viva è la ricerca di innovazione per servizi complementari al retail e di un’offerta ad alto livello per alcune sedi (come Milano). Stanno ri-progettato il disegno dei flussi di accesso e di permanenza. Anche le edicole stanno subendo una trasformazione in tutti i sensi, partendo dalla loro terziarizzazione e centralizzazione presso un
struttura unica e specializzata. Hanno anche predisposto la riqualificazione urbana delle zone circostanti, come le arcate, per far si che la stazione possa specchiarsi al meglio.
Per il debutto di Roma Termini si prevedono 150 milioni di contatti annui con una spesa media di €.2,6.

Convegno TRAVEL RETAIL “BLURRING THE BOUNDARIES OF COMMERCE”

Ieri, 4 novembre, nell’ambito delle iniziative dedicate ai principali “driving sector”, POPAI ha organizzato il convegno “BLURRING THE BOUNDARIES OF COMMERCE” per fornire una panoramica sul canale travel che diventa la nuova opportunità veramente interessante per il retail.
Il convegno si è aperto con il profilo del consumatore del Travel Retail, principalmente riferito al luogo aeroporto: VIAGGIATORE / FREQUENT FLAYER / STRANIERO / BUSINESS / COSMOPOLITA / CON POTERE D’ACQUISTO. Come luoghi del Travel Retail sono stati identificati: STAZIONI / AEROPORTI / PARCHI A TEMA / OUTLET / HOTEL / NAVI / E-COMMERCE. È interessante notare che in questa definizione rientrano anche delle tipologie di luoghi che convenzionalmente si escluderebbero, come gli outlet, e che nei parchi commerciali rientrano anche luoghi particolari come il quadrilatero della moda di Milano.
È stata anche presentata una ricerca svolta in un aeroporto di una capitale europea con interviste a 360 viaggiatori individuando il viaggiatore medio come UOMO / 40 ANNI / 6 VIAGGI ANNO. Solo il 13 % delle persone intervistate transita per vacanza. La ricerca ha individuato 4 cluster tra i viaggiatori: 11% SVOGLIATI: concentrati solo sul loro volo e prediligono l’attesa; 20% CURIOSI: esplorano l’offerta dell’aeroporto e sperimentano bar e ristoranti; 34% AFFAMATI: frequentano esclusivamente bar e ristoranti; 35% GIROVAGHI: vogliono fare shopping. Cosa acquistano in un aeroporto gli intervistati? 41% cibo e bevande; 35% vizi; 30% abbigliamento; 29% profumeria; 28% regalo; 21% accessori. Ma gli intervistati risultano essere non molto contenti del tipo di retail che trovano in posti come questo, soprattutto perché mancano gli stimoli unici e introvabili in altre realtà che rimangono più tradizionali… si nota quindi che non ci sono sforzi di personalizzazione. La previsione per il 2030 è di arrivare a 270 milioni di passeggeri negli scali italiani, un raddoppio dovuto ad ampliamenti e strutture nuove.
Nella seconda parte, si sono approfonditi aspetti come la differenza tra i viaggiatori occasionali e i pendolari (abituali e da fidelizzare) e la possibilità di sfruttare ulteriore business negli stessi spazi per prodotti o marchi stagionali inseriti in un ottica di temporary store. Emerge inoltre, una differenza tra utente di vettori tradizionali e utente delle compagnie low cost frequentato quest’ultimo da utenti più giovani, più donne e per il 15% anche da businessman.

giovedì 29 ottobre 2009

Chi è RECOSYS ?

RECOSYS Retail Consulting
Aree di Competenza e Sistema di Offerta
www.recosys.it

lunedì 19 ottobre 2009

RECOSYS su MARK UP di Ottobre 09

Anche il Supermercato sotto la lente d'ingrandimento di Natale Mainieri e Patrick Fontana, sul numero di Ottobre '09 di Mark Up.

Al cliente non piace il supermercato che non sa valorizzare il territorio. Una tipologia commerciale che viene sfruttata per la sua presenza, ma senza coinvolgimento. (Ottobre 2009, N. 181).

SIAMO POVERI O NO? UN VIAGGIO NEI DATI DELL’ISAE SULLA “POVERTÀ SOGGETTIVA”. Il nostro parere. Dalla parte del DISCOUNT

Dal nostro punto di vista, si assiste attualmente in Italia al danneggiamento della capacità attrattiva e di affidamento di alcuni formati, creduti consolidati, come il Supermercato o l’Ipermercato, a causa della scarsa attenzione allo studio della destinazione d’uso del singolo negozio ma, soprattutto al cliente.
Chi ci guadagna è il Discount, che gode di una condizione attrattiva favorevole alimentata dalla congiuntura economica, facilitando, nell’area del rapporto costo/beneficio per il cliente, la propria crescita nel mercato a discapito di Super e Iper.
La battaglia attrattiva in atto nella GDO/DO si concentra su alcune aree chiave di conflitto che evidenziano: Format in ATTACCO - aggressori Format in DIFESA - aggrediti
Il discount in Italia si trova ormai fuori dalla sua fase di lancio e non è ancora entrato in quella di maturità. Vive un momento favorevole in cui gli si rivolgono sia le famiglie “oggettivamente” meno abbienti, sia quelle che pur avendo maggiore disponibilità di reddito ritengono di doverlo ottimizzare, dando soddisfazione al “value for money” e ricercando il low cost.

…questo sarà l’argomento del prossimo numero di Mark Up in uscita a Novembre.

SIAMO POVERI O NO? UN VIAGGIO NEI DATI DELL’ISAE SULLA “POVERTÀ SOGGETTIVA”

L’ISAE pubblica in luglio i risultati dell’intervista ad un campione di 24.000 persone ogni anno per monitorare il livello di povertà soggettiva. Sono “soggettivamente poveri” quegli individui il cui reddito familiare è inferiore a quello da loro ritenuto adeguato, ovvero necessario per condurre un’esistenza “senza lussi, ma senza privarsi del necessario”. Questo concetto risulta sempre differente rispetto alla “povertà oggettiva” (2007: €.986 per una coppia; fonte ISTAT) cioè la mancanza di risorse rispetto ad una soglia predefinita.
Negli ultimi 12 mesi la soglia della povertà soggettiva è circa €.1.300 per un single, €.1.750 per una coppia. Valori crescenti per famiglie numerose fino a €.2.600, ritenuti necessari per 5 o + componenti per un’esistenza dignitosa.
Nell'ultimo periodo di rilevazione, si è rafforzata una tendenza al ribasso (trend iniziato tre anni fa, quando la soglia ha toccato un picco di oltre 2.100 euro in media) e, forse anche per effetto della crisi economica, sembra che i consumatori abbiano rivisto ulteriormente verso il basso le proprie valutazioni su quale debba essere ritenuto uno standard di vita "dignitoso". Il valore della soglia dipende anche dalle risorse effettivamente possedute e dall'area di residenza, risultando crescente all'aumentare del reddito e maggiore al Centro-Nord.
La diffusione di famiglie che considerano inadeguato il proprio reddito (incidenza povertà soggettiva), si riduce sensibilmente negli ultimi dodici mesi, al 66% circa, dopo il calo già rilevante registrato nel periodo precedente. In definitiva, negli ultimi due anni si è verificata una netta inversione di tendenza, dovuta dapprima ad una crescita del reddito effettivo e quindi, alla diminuzione dell'ammontare ritenuto necessario. L'incidenza è ritornata così a valori inferiori a quelli di quattro anni or sono.
Il ridimensionamento della povertà soggettiva è omogeneo per tutti i gruppi nei quali si è disaggregato il campione. Tuttavia, permane una percezione di disagio più diffusa tra le famiglie del Sud e delle Isole, tra i single, tra i nuclei con un reddito familiare più basso, tra coloro che detengono un limitato livello di istruzione e tra quelli che sperimentano una condizione lavorativa o professionale difficile.
Di rilievo anche i dati sulle difficoltà della vita quotidiana di famiglie che dichiarano un reddito inadeguato e di quelle che, invece, si dicono soddisfatte. Il 24% delle famiglie soggettivamente povere incontra difficoltà per l'acquisto di generi alimentari (6%>non poveri), il 15% ha avuto problemi a sostenere le spese per l'abitazione (5% > non poveri), il 33% a pagare le utenze domestiche ed il 23% ad affrontare le spese sanitarie (rispettivamente 10% e l'8% > non povere).
Infine, l'indicatore di fiducia è stato disaggregato tra famiglie soggettivamente povere e non povere. Quelle povere mostrano un livello di fiducia più basso, con un calo per il 2007, ma una ripresa negli ultimi mesi, più marcata: una spiegazione ne sarebbe il rallentamento della dinamica dei prezzi, che rinfranca maggiormente le famiglie più disagiate.

UN PROFESSIONISTA “MISTERIOSO” NEL PUNTO VENDITA

Oggi le aziende del mondo della distribuzione sono sempre più orientate a ricercare l’efficienza della propria catena, piuttosto che a promuoverne lo sviluppo.
Infatti, sempre più retailers richiedono l’utilizzo dello strumento di ricerca del Mystery Shopping, perché avvertono la necessità di essere “fisicamente” presenti nel luogo dove avviene il contatto diretto con il cliente, dove si attiva (o disattiva), la relazione.
Questo tipo di monitoraggio permette di rilevare con oggettività ciò che accade nei propri punti vendita e in qualunque altro “luogo commerciale”.
Cresce quindi l’attenzione al cliente da parte delle insegne più sensibili.
La simulazione di acquisto avviene ad opera di professionisti specializzati che, di volta in volta, entrano nel ruolo loro assegnato e distinto per età, sesso, cultura, status …
L’indagine può essere continuativa e finalizzata alla comprensione dei punti di forza e di debolezza della propria catena. In ottica di emancipazione, può costituire anche la base di studi più approfonditi sul cliente integrandosi in un percorso di analisi strutturato per individuare la migliore strategia legata al posizionamento attraverso i fattori che intervengono sull’immagine, i servizi e il vissuto del luogo “negozio”.
Quali sono i luoghi commerciali in cui si può effettuare il Mystery Shopping?
Tutti i punti vendita di beni di largo consumo e/o durevoli, centri di assistenza post-vendita, luoghi di erogazione di un servizio e, genericamente, in tutti i luoghi di incontro con il pubblico.
Quali sono sinteticamente gli obiettivi del Mystery Shopping?
  • Prendere coscienza di ciò che accade realmente, nella rete, nel rapporto con i clienti (senza preconcetti aziendali)
  • Impostare e condividere la strategia di comunicazione ed i conseguenti sistemi di incentivi alla rete
  • Individuare azioni per migliorare l’approccio commerciale della rete, coerenti con quanto centralmente deciso
  • Verificare la rispondenza dei comportamenti della rete agli standard decisi dalla società
  • Creare la base per studi sul cliente orientati alla migliore strategia legata al posizionamento

lunedì 12 ottobre 2009

ASSEGNATO IL PREMIO NOBEL PER L'ECONOMIA

È stato assegnato a Elinor Ostrom e Oliver Williamson il Nobel per l'Economia, per la prima volta a una donna.

Sono stati premiati per i loro studi sulla "governance dell'economia" con questa motivazione della giuria: "Hanno dimostrato come le analisi economiche possano far luce sulla maggior parte delle forme di organizzazione sociale".

Elinor Ostrom insegna all'Università dell'Indiana e le è stato riconosciuto il premio "per aver dimostrato come la proprietà pubblica possa essere gestita dalle associazioni di utenti".

Il primo Nobel per l'economia al femminile è proprio da sottolineare, se si pensa che, fino a 15 anni fa in Italia erano solo due le donne professore ordinario!

Oliver Williamson è docente presso l'Università di Berkley della California, esperto circa la risoluzione dei conflitti aziendali. La motivazione: "ha dimostrato che i mercati e le organizzazioni gerarchiche, a riflesso di quanto avviene nelle aziende, hanno delle strutture di governance alternative che si differenziano per il modo diverso di risolvere i conflitti di interesse".

"Le ricerche realizzate da Elinor Ostrom e Oliver Williamson hanno dimostrato che le analisi economiche possono far luce sulla maggior parte delle forme di organizzazione sociale", ha detto la giuria. Infatti le “teorie di Ostrom e Williamson valorizzano una serie di fattori che arricchiscono il modello tradizionale, fondato su soggetti che massimizzano l'utilità o massimizzano i profitti. L'idea fondante di soggetti, persone o enti, che si muovono in un mondo perfetto, non riflette la realtà. Studiare i problemi di governance permette di analizzare la complessità delle relazioni fra i fattori econonomici: non ci sono individui atomistici che operano in mercati perfetti. E poi si introduce il fatto che bisogna dar peso non solo agli individui, ma anche alle istituzioni".