Per effetto della crisi, la maggior parte dei Retailers ha attivato come misura la contrazione dell’attività di sviluppo per concentrarsi ad aumentare la capacità produttiva della catena. È questa l’EXIT STRATEGY?

giovedì 29 ottobre 2009

Chi è RECOSYS ?

RECOSYS Retail Consulting
Aree di Competenza e Sistema di Offerta
www.recosys.it

lunedì 19 ottobre 2009

RECOSYS su MARK UP di Ottobre 09

Anche il Supermercato sotto la lente d'ingrandimento di Natale Mainieri e Patrick Fontana, sul numero di Ottobre '09 di Mark Up.

Al cliente non piace il supermercato che non sa valorizzare il territorio. Una tipologia commerciale che viene sfruttata per la sua presenza, ma senza coinvolgimento. (Ottobre 2009, N. 181).

SIAMO POVERI O NO? UN VIAGGIO NEI DATI DELL’ISAE SULLA “POVERTÀ SOGGETTIVA”. Il nostro parere. Dalla parte del DISCOUNT

Dal nostro punto di vista, si assiste attualmente in Italia al danneggiamento della capacità attrattiva e di affidamento di alcuni formati, creduti consolidati, come il Supermercato o l’Ipermercato, a causa della scarsa attenzione allo studio della destinazione d’uso del singolo negozio ma, soprattutto al cliente.
Chi ci guadagna è il Discount, che gode di una condizione attrattiva favorevole alimentata dalla congiuntura economica, facilitando, nell’area del rapporto costo/beneficio per il cliente, la propria crescita nel mercato a discapito di Super e Iper.
La battaglia attrattiva in atto nella GDO/DO si concentra su alcune aree chiave di conflitto che evidenziano: Format in ATTACCO - aggressori Format in DIFESA - aggrediti
Il discount in Italia si trova ormai fuori dalla sua fase di lancio e non è ancora entrato in quella di maturità. Vive un momento favorevole in cui gli si rivolgono sia le famiglie “oggettivamente” meno abbienti, sia quelle che pur avendo maggiore disponibilità di reddito ritengono di doverlo ottimizzare, dando soddisfazione al “value for money” e ricercando il low cost.

…questo sarà l’argomento del prossimo numero di Mark Up in uscita a Novembre.

SIAMO POVERI O NO? UN VIAGGIO NEI DATI DELL’ISAE SULLA “POVERTÀ SOGGETTIVA”

L’ISAE pubblica in luglio i risultati dell’intervista ad un campione di 24.000 persone ogni anno per monitorare il livello di povertà soggettiva. Sono “soggettivamente poveri” quegli individui il cui reddito familiare è inferiore a quello da loro ritenuto adeguato, ovvero necessario per condurre un’esistenza “senza lussi, ma senza privarsi del necessario”. Questo concetto risulta sempre differente rispetto alla “povertà oggettiva” (2007: €.986 per una coppia; fonte ISTAT) cioè la mancanza di risorse rispetto ad una soglia predefinita.
Negli ultimi 12 mesi la soglia della povertà soggettiva è circa €.1.300 per un single, €.1.750 per una coppia. Valori crescenti per famiglie numerose fino a €.2.600, ritenuti necessari per 5 o + componenti per un’esistenza dignitosa.
Nell'ultimo periodo di rilevazione, si è rafforzata una tendenza al ribasso (trend iniziato tre anni fa, quando la soglia ha toccato un picco di oltre 2.100 euro in media) e, forse anche per effetto della crisi economica, sembra che i consumatori abbiano rivisto ulteriormente verso il basso le proprie valutazioni su quale debba essere ritenuto uno standard di vita "dignitoso". Il valore della soglia dipende anche dalle risorse effettivamente possedute e dall'area di residenza, risultando crescente all'aumentare del reddito e maggiore al Centro-Nord.
La diffusione di famiglie che considerano inadeguato il proprio reddito (incidenza povertà soggettiva), si riduce sensibilmente negli ultimi dodici mesi, al 66% circa, dopo il calo già rilevante registrato nel periodo precedente. In definitiva, negli ultimi due anni si è verificata una netta inversione di tendenza, dovuta dapprima ad una crescita del reddito effettivo e quindi, alla diminuzione dell'ammontare ritenuto necessario. L'incidenza è ritornata così a valori inferiori a quelli di quattro anni or sono.
Il ridimensionamento della povertà soggettiva è omogeneo per tutti i gruppi nei quali si è disaggregato il campione. Tuttavia, permane una percezione di disagio più diffusa tra le famiglie del Sud e delle Isole, tra i single, tra i nuclei con un reddito familiare più basso, tra coloro che detengono un limitato livello di istruzione e tra quelli che sperimentano una condizione lavorativa o professionale difficile.
Di rilievo anche i dati sulle difficoltà della vita quotidiana di famiglie che dichiarano un reddito inadeguato e di quelle che, invece, si dicono soddisfatte. Il 24% delle famiglie soggettivamente povere incontra difficoltà per l'acquisto di generi alimentari (6%>non poveri), il 15% ha avuto problemi a sostenere le spese per l'abitazione (5% > non poveri), il 33% a pagare le utenze domestiche ed il 23% ad affrontare le spese sanitarie (rispettivamente 10% e l'8% > non povere).
Infine, l'indicatore di fiducia è stato disaggregato tra famiglie soggettivamente povere e non povere. Quelle povere mostrano un livello di fiducia più basso, con un calo per il 2007, ma una ripresa negli ultimi mesi, più marcata: una spiegazione ne sarebbe il rallentamento della dinamica dei prezzi, che rinfranca maggiormente le famiglie più disagiate.

UN PROFESSIONISTA “MISTERIOSO” NEL PUNTO VENDITA

Oggi le aziende del mondo della distribuzione sono sempre più orientate a ricercare l’efficienza della propria catena, piuttosto che a promuoverne lo sviluppo.
Infatti, sempre più retailers richiedono l’utilizzo dello strumento di ricerca del Mystery Shopping, perché avvertono la necessità di essere “fisicamente” presenti nel luogo dove avviene il contatto diretto con il cliente, dove si attiva (o disattiva), la relazione.
Questo tipo di monitoraggio permette di rilevare con oggettività ciò che accade nei propri punti vendita e in qualunque altro “luogo commerciale”.
Cresce quindi l’attenzione al cliente da parte delle insegne più sensibili.
La simulazione di acquisto avviene ad opera di professionisti specializzati che, di volta in volta, entrano nel ruolo loro assegnato e distinto per età, sesso, cultura, status …
L’indagine può essere continuativa e finalizzata alla comprensione dei punti di forza e di debolezza della propria catena. In ottica di emancipazione, può costituire anche la base di studi più approfonditi sul cliente integrandosi in un percorso di analisi strutturato per individuare la migliore strategia legata al posizionamento attraverso i fattori che intervengono sull’immagine, i servizi e il vissuto del luogo “negozio”.
Quali sono i luoghi commerciali in cui si può effettuare il Mystery Shopping?
Tutti i punti vendita di beni di largo consumo e/o durevoli, centri di assistenza post-vendita, luoghi di erogazione di un servizio e, genericamente, in tutti i luoghi di incontro con il pubblico.
Quali sono sinteticamente gli obiettivi del Mystery Shopping?
  • Prendere coscienza di ciò che accade realmente, nella rete, nel rapporto con i clienti (senza preconcetti aziendali)
  • Impostare e condividere la strategia di comunicazione ed i conseguenti sistemi di incentivi alla rete
  • Individuare azioni per migliorare l’approccio commerciale della rete, coerenti con quanto centralmente deciso
  • Verificare la rispondenza dei comportamenti della rete agli standard decisi dalla società
  • Creare la base per studi sul cliente orientati alla migliore strategia legata al posizionamento

lunedì 12 ottobre 2009

ASSEGNATO IL PREMIO NOBEL PER L'ECONOMIA

È stato assegnato a Elinor Ostrom e Oliver Williamson il Nobel per l'Economia, per la prima volta a una donna.

Sono stati premiati per i loro studi sulla "governance dell'economia" con questa motivazione della giuria: "Hanno dimostrato come le analisi economiche possano far luce sulla maggior parte delle forme di organizzazione sociale".

Elinor Ostrom insegna all'Università dell'Indiana e le è stato riconosciuto il premio "per aver dimostrato come la proprietà pubblica possa essere gestita dalle associazioni di utenti".

Il primo Nobel per l'economia al femminile è proprio da sottolineare, se si pensa che, fino a 15 anni fa in Italia erano solo due le donne professore ordinario!

Oliver Williamson è docente presso l'Università di Berkley della California, esperto circa la risoluzione dei conflitti aziendali. La motivazione: "ha dimostrato che i mercati e le organizzazioni gerarchiche, a riflesso di quanto avviene nelle aziende, hanno delle strutture di governance alternative che si differenziano per il modo diverso di risolvere i conflitti di interesse".

"Le ricerche realizzate da Elinor Ostrom e Oliver Williamson hanno dimostrato che le analisi economiche possono far luce sulla maggior parte delle forme di organizzazione sociale", ha detto la giuria. Infatti le “teorie di Ostrom e Williamson valorizzano una serie di fattori che arricchiscono il modello tradizionale, fondato su soggetti che massimizzano l'utilità o massimizzano i profitti. L'idea fondante di soggetti, persone o enti, che si muovono in un mondo perfetto, non riflette la realtà. Studiare i problemi di governance permette di analizzare la complessità delle relazioni fra i fattori econonomici: non ci sono individui atomistici che operano in mercati perfetti. E poi si introduce il fatto che bisogna dar peso non solo agli individui, ma anche alle istituzioni".