Il futuro del copyright (e delle nuove generazioni)
Anche le brave persone diventano pirati in un mondo in cui le regole appaiono assurde.
La cultura del “remix” è tra noi. Sono i navigatori che scaricano normalmente dal web e rielaborano a loro piacimento musica, testi, video, fotografie, dando vita a nuove opere creative, dentro e fuori dalla Rete. Ma è un’arte illegale, e molti dei creativi più talentuosi del nostro tempo sono criminali da perseguire in base alle leggi sul copyright, che non tengono conto delle nuove tecnologie digitali e vorrebbero disciplinare il download dei file allo stesso modo delle fotocopie di un libro.
Ecco quindi che le “guerre del copyright”, portate avanti negli ultimi anni a suon di cause milionarie e leggi repressive, diventano uno scontro tra due culture: da una parte le grandi major preoccupate di vedere andare in fumo i loro profitti e il loro modello di business e dall’altra la moltitudine degli Internauti che intendono condividere liberamente il frutto della loro creatività. Di fronte ai due estremi - tutto a pagamento o tutto gratis - Lawrence Lessig, autorità mondiale in materia, mostra la necessità di cambiare approccio e propone un modello che, attraverso gradi diversi di protezione della proprietà intellettuale, bilanci le esigenze dei creatori con il desiderio dei fruitori di impossessarsi dei prodotti artistici e culturali, “remixarli” e farli circolare liberamente. Una soluzione che, oltre a garantire la sopravvivenza dell’industria culturale e degli artisti digitali, eviterebbe alle giovani generazioni di crescere con l’etichetta del “pirata”. Perché è in gioco la libertà creativa, ma anche il rapporto dei nostri figli con la legge.
Ecco quindi che le “guerre del copyright”, portate avanti negli ultimi anni a suon di cause milionarie e leggi repressive, diventano uno scontro tra due culture: da una parte le grandi major preoccupate di vedere andare in fumo i loro profitti e il loro modello di business e dall’altra la moltitudine degli Internauti che intendono condividere liberamente il frutto della loro creatività. Di fronte ai due estremi - tutto a pagamento o tutto gratis - Lawrence Lessig, autorità mondiale in materia, mostra la necessità di cambiare approccio e propone un modello che, attraverso gradi diversi di protezione della proprietà intellettuale, bilanci le esigenze dei creatori con il desiderio dei fruitori di impossessarsi dei prodotti artistici e culturali, “remixarli” e farli circolare liberamente. Una soluzione che, oltre a garantire la sopravvivenza dell’industria culturale e degli artisti digitali, eviterebbe alle giovani generazioni di crescere con l’etichetta del “pirata”. Perché è in gioco la libertà creativa, ma anche il rapporto dei nostri figli con la legge.
Lawrence Lessig, professore di legge alla Harvard Law School, è considerato uno dei massimi esperti al mondo di proprietà intellettuale nell’era di Internet. Compagno di università e consulente di Barack Obama, ha appoggiato la sua candidatura ed è stato coinvolto nell’elaborazione del programma del neopresidente in tema di tecnologie e web.
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